sabato 16 febbraio 2013

Il tuttomio - Andrea Camilleri

Abituata alle indagini del commissario Montalbano, romanzi caldi ed avvolgenti, ambientati in una Sicilia che cuoce sotto il sole, non ero preparata a questo Camilleri freddo e lucido, che ci regala - o meglio ci tira addosso - una storia psicotica.
Non so dire se mi sia piaciuto, sicuramente mi ha inquietata e, nonostante questo, l'ho letto tutto d'un fiato, immaginandolo ambientato, chissà perchè, a Milano, anche se il luogo non è specificato.
Non ti lascia staccare, questo libro, anche se la sensazione di disagio cresce in maniera lineare: nelle prime pagine, appare come una storiella leggerina, non particolarmente intelligente; ma man mano che si prosegue, diventa sempre più surreale, ti mette a disagio perchè ti rendi conto che è una storia decisamente malata.
Così come è malata la protagonista, unico punto fermo, centro del romanzo; attorno a lei girano come in una giostra le figure maschili, di cui lei si serve, salvo poi liberarsene quando non le servono più e iniziano a darle fastidio.
Se ne libera ... sì, letteralmente.

Ho tirato un sospiro di sollievo, girando l'ultima pagina: l'ho letto praticamente in apnea ... forse per non sentire la puzza della testa di vacca che ripara l'accesso al tuttomio, il solo luogo in cui la protagonista accetti di non avere mai un uomo intorno. Anzi, quasi mai.


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