domenica 17 febbraio 2013

Il conto delle minne - Giuseppina Torregrossa

Letto interamente in un pomeriggio di ozio, nonostante avessi deciso di fare altro e soprattutto di leggere un altro libro, che è in coda da troppo tempo.
E per di più non capire cosa mi lasci dentro ... dà la sensazione di un pomeriggio triste, anche se in realtà in un certo senso mi è piaciuto.

Una prima parte che racconta la vita di generazioni di una famiglia siciliana, ti sembra quasi di vederli, come in una fotografia color seppia, di quelle che ancora oggi ti raccontano una storia, quella dei tuoi nonni, dei tuoi bisnonni, delle generazioni che ti hanno preceduta.
La Sicilia, ma soprattutto Palermo è una delle grandi protagoniste di questo libro, con i suoi viali pieni di colori, sapori ed odori, che la Torregrossa riesce, magistralmente, a farti percepire ...

Una seconda parte inquietante, la storia personale della protagonista, che tocca alte cime di soddisfazione, per poi crollare in una profonda voragine dalla quale fa fatica ad emergere. Ed emerge avendo accanto qualcuno che proprio non ci si aspetta, qualcuno la cui presenza lascia perplessi, sembra una forzatura, il voler, a tutti i costi, mettere qualcosa di "diverso" per ricatturare l'attenzione del lettore, che forse si è un po' spenta e spersa nel "conto delle minne" ... ma in realtà, alla fine, forse questo nuovo personaggio si inserisce in maniera naturale nella storia, ed effettivamente potrebbe essere l'unica possibilità di riscatto per Agata.

Forse, tutto sommato, non era il libro giusto nel momento giusto; certe ferite, certi spaventi sono ancora lì a tenermi a sveglia la notte, forse questa malattia è un argomento ancora troppo "caldo" e, nella mia famiglia tanto piemontese, non è stata tramandata nessuna ricetta delle "minne di Sant'Agata".

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