mercoledì 7 agosto 2013

Ad Agosto

The Peach Keeper - Sarah Addison Allen
La linea d'ombra - Joseph Conrad
La verità sul caso Harry Quebert - Joel Dicker

martedì 9 luglio 2013

A luglio ...

Shopping da Prada e appuntamento da Tiffany - Karen Swan
Le ragazze di Kabul - Roberta Gately
La pakistana - Roberta Gately
Un regalo perfetto - Karen Swan
Caos totale - Jean Claude Izzo
Quello che mi spetta - Saniee Parinoush
E l'eco rispose - Khaled Hosseini
Acciaio - Silvia Avallone
Il braccialetto della felicità - Melissa Hill
Il giardino dei raggi di luna - Sarah Addison Allen

giovedì 20 giugno 2013

Il segreto della libreria sempre aperta - Robin Sloan

E' il libro giusto per stemperare il peso opprimente lasciato da "Io prima di te".

Sloan ci propone una storia senza troppe pretese, un'avventura che raramente è mozzafiato; ma coniuga passato, presente e futuro in un miscuglio ben riuscito.
Riesce a parlare con la stessa disinvoltura di reperti del 1500 (i caratteri tipografici di Gerritszoon) come delle ultime tecniche di analisi di moli enormi di dati (Hadoop e il concetto del Big Data); gli elementi di un libro di avventure (l'eroe, il debole da aiutare, il cattivo, la bella, la compagnia che parte in missione, il segreto da scoprire ...) ci sono tutti e sono sapientemente mescolati.
I personaggi non sono descritti in maniera approfondita, ma in questo caso non è molto importante: la fantasia è meno imbrigliata e il lettore può immaginarseli come meglio crede, immedesimandosi ancora meglio nel personaggio che sente più vicino (mi sono vista benissimo nei panni della Googler nerd Kat...................).

Una storia leggera, che certo non cambia la vita, ma che rilassa, distrae e stimola la fantasia.

lunedì 17 giugno 2013

Io prima di te - Jojo Moyes



Questo è un libro che nasce dall’attrazione fra opposti: una prepotente voglia di morire contro una scoppiettante voglia di vivere; egoismo contro altruismo; agiatezza contro ristrettezze economiche; scontrosità contro felicità; morte contro rinascita; senza che manchi la consueta attrazione fra due temi classici, eros e thanatos – amore e morte.
E dall’incontro/scontro fra questi opposti è inevitabile che nascano scintille.

Fin dalle prime pagine, il lettore è catturato nel vortice che circonda Lou, è attirato nella sua vita turbolenta e colorata, fatta di poche cose importanti: la famiglia, il lavoro, le piccole passioni che la ragazza coltiva. E il confronto con la vita triste, isolata ed asettica, sebbene agiata, di Will è inevitabile. Ma i principi della termodinamica insegnano che, in un sistema, elementi aventi diversa temperatura tendono all’equilibrio termico: venendo in contatto, inevitabilmente le vite di Lou e Will si influenzano, iniziando una strana danza – ballata su due gambe e quattro ruote – intorno ad un elemento di “detto – non detto”.
C’è infatti un elemento che stride, in questo ballo, un appuntamento con la morte, che rappresenta un “terzo incomodo” molto più ingombrante di Patrick, il fidanzato di Lou.
Si fa di tutto per dimenticare questo appuntamento, anzi proprio per cancellarlo: tutte le figure che ruotano intorno ai due protagonisti si impegnano a questo fine, coinvolti in maniera più o meno volontaria, consapevole e attiva.

Sarebbe troppo facile dire che ogni pagina urla al lettore di vivere appieno ogni istante della sua vita; ma c’è di più, in questo libro, qualcosa di più profondo.
E’ un libro da non leggere in pubblico: fra risate a crepapelle e lacrime copiose, non si riesce a rimanere indifferenti, catturati dallo stile lineare e semplice della Moyes, che affronta un argomento estremamente difficile con maestria.
Il tema dell’eutanasia continua ad interrogarmi, lasciandomi – ancora una volta – totalmente senza parole.

Giugno ...

The No1 Ladies' Detective Agency - Alexander McCall Smith
Io prima di te - Jojo Moyes
Il segreto della libreria sempre aperta - Robin Sloan
Summer secrets - Barbara Freethy

venerdì 10 maggio 2013

La banda degli insoliti ottantenni - Catharina Ingelman-Sundberg

Questo libro mi ha strappato delle vere e proprie, sane risate.
Cinque bizzarri vecchietti - stufi di vivere in un ricovero dove vengono trattati male - decidono di dedicarsi al crimine per riuscire a farsi mandare per un po' in prigione, dove i documentari dicono che la vita sia una pacchia. 
E al crimine si approcciano con tutta la saggezza e l'attenzione di chi ha già sulla propria pelle molti e molti anni (sono tutti più che ottantenni) e con tutta l'inesperienza di chi ha sempre seguito le regole.

E' esilarante vederli ogni giorno diventare più spregiudicati, ragionare di più come veri criminali, ingegnarsi con più fantasia, però sempre in maniera educata - con quella ferma gentilezza tipica di molte persone anziane.

Ho provato a immaginare i miei nonni nei panni di questi "insoliti ottantenni" e la lettura - immaginando i loro volti e anche il modo di muoversi e di approcciarsi alla vita per lo meno dei tre nonni di cui mi ricordo - è diventata ancora più divertente.


Animal Farm - George Orwell

Ho finalmente letto in lingua originale questo libro, dopo tanto tempo che l'avevo in lista ...
E' un racconto estremamente inquietante ed attuale nonostante i circa 70 anni che ci separano dalla sua pubblicazione.
La metafora usata da Orwell è decisamente calzante ... e - nonostante le autorevoli letture che hanno giustamente visto un'allegoria della Rivoluzione Russa - è stato inevitabile riconoscere i tratti di una situazione politica tanto attuale quanto temibile.

Interessante, coinvolgente e ben scritto.


domenica 5 maggio 2013

Tre terroni a zonzo - Antonio Menna

"Ma non si poteva rimanere fermi e non volere nulla? Immobili, così per sempre?
Eterni figli, promesse rinnovate, in quella condizione di attesa, di speranza, congelare il tempo?
No, non si poteva."

Una vera chicca questo breve libro, che ci regala uno spaccato estremamente realistico del mondo attuale, con in particolare uno sguardo sulle difficoltà di inserirsi nel mondo del lavoro dopo la laurea.
Non importa quanto tu sia bravo, non importa quanto tu ti impegni: o c'hai c... oppure te ne devi andare.

Ma non è questo il messaggio che Menna ci lascia: mai scivola nel cinismo, mai chiude tutte le porte e fa tagliare completamente i ponti ai suoi protagonisti ... c'è sempre ancora una possibilità, anche se a volte è difficile vederla o ci vuole un coraggio infinito per coglierla andando contro tutto e contro tutti.

Una sola è la certezza: non si può stare fermi, non si è mai arrivati; c'è sempre bisogno di uno sforzo ulteriore, c'è sempre ancora una decisione da prendere, una scelta da fare, una responsabilità da assumersi: solo così si diventa grandi.

Ho letto queste pagine con gusto, fra tante risate e anche una piccola lacrima ... e alla fine la sensazione è che ... fare progetti valga ancora la pena, nonostante questa Italia sempre più in crisi.

martedì 23 aprile 2013

L'apprendista - Gordon Houghton

«Questo è il credo dei cadaveri:

Io non sono niente. Non ho niente da offrire. Non ho niente da dire. Mi definisco attraverso il silenzio, l'inattività, l'impossibilità. Frenerò ogni inutile atomo del mio essere finché non raggiungerò paralisi e sterilità permanenti. Non farò niente, non penserò niente, non crederò in niente; e spero di rimanere in questo stato.»

Non ricordo il motivo che mi ha spinta a scegliere di leggere di questo libro, ma non è importante: ne sono soddisfatta.

Certo, non è esattamente il genere che scelgo abitualmente, un noir un po' tendente al comico, ma è stata una lettura piacevole.
Siamo abituati, solitamente, ad avere il punto di vista sulla vita da parte dei vivi, o al massimo - nei racconti più surreali - da parte dei morti, ma raramente capita di conoscere la filosofia di vita di uno zombie, di un non-morto, come si definiscono i personaggi di questo libro.

Morte, Carestia, Guerra e Pestilenza - i famosi Quattro Cavalieri dell'Apocalisse - hanno, ciascuno, una caratterizzazione molto caricaturale (Carestia macilento, Pestilenza sempre coperto di bubboni dovuti alle malattie che sperimenta, Morte dal volto biancastro, Guerra rumoroso e violento) e sono alla ricerca dell'ennesimo apprendista per Morte: gli ultimi sei sono stati tutti "respinti" al termine della settimana di prova e sono dovuti tornare nella loro condizione precedente di cadavere.
Il protagonista è il settimo "apprendista in prova" e, nella settimana - mentre impara il mestiere di Morte (senza troppa passione nè interesse, per la verità) - ripercorre episodi salienti della sua vita, provando a dar loro un senso; in questo modo arriva a ricordare con precisione le circostanze della propria morte, giungendo così ad avere una visione a tutto tondo della propria esistenza passata.
Riscopre così la voglia di vivere, la forza per andare contro il credo dei cadaveri e l'energia per combattere pur di avere diritto ad una nuova esistenza, che non sarà certo una "vita" come la intendono i vivi ... ma che è pur sempre più interessante di un'eternità immobile, chiuso in una bara a messaggiare con i vicini di sepoltura nel linguaggio dei cadaveri, che assomiglia in modo sinistro all'alfabeto morse, sebbene sia molto più scarno.

Apocalisse in pantofole - Francesco Franceschini

E' il racconto di un'apocalisse "senza troppe pretese", si fa strada lentamente nel mondo, divorando - pezzo a pezzo - prima la natura, poi gli animali e intaccando, di conseguenza, gli uomini.

E' lento questo libro, non colpisce, non ha guizzi ... e l'apocalisse si estende fino a massacrare la lingua italiana: forse avrei dovuto abbandonarlo al primo uso del pronome "te" come soggetto, invece di ostinarmi ad andare fino in fondo.

In realtà, in generale non posso dire che non mi sia proprio piaciuto, alcune idee sono anche carine (i monaci che contrabbandano macedonia a prezzi esorbitanti sono forse le figure più geniali di tutto il libro), ma ... il predicozzo finale ... lascia un po' il tempo che trova.

Mah ........

lunedì 15 aprile 2013

La rivoluzione della luna - Andrea Camilleri

A tratti molto dolce, a tratti estremamente duro, questo libro ci riporta nella Sicilia tanto amata da Camilleri: quella calda, dove la gente - cotta dal sole - fa in fretta a scaldarsi e prendere posizione; quella degli intrighi e degli inciuci...

Camilleri, inoltre, porta il lettore indietro nel tempo, fino al diciassettesimo secolo e gli mostra una situazione molto particolare: una Sicilia sotto la dominazione spagnola, governata da un Vicerè donna. 
Mi piace davvero l'immagine che lo scrittore propone di questa donna al potere: estremamente femminile e sicura di sè, ma aperta ai consigli; ferma nelle proprie decisioni, ma anche capace di rendersi conto dello sbaglio fatto; capace di tenere testa a tutti, ma a volte ingenua nel riporre la fiducia.
In definitiva, questa figura appare molto umana.

Ciò che spaventa, leggendo questo splendido romanzo, è che - semplicemente cambiando un po' il modo di parlare ed eliminando i riferimenti alla dominazione spagnola - potrebbe tranquillamente essere ambientato nell'Italia dei giorni nostri, potrebbe costituire una splendida fotografia della situazione attuale ...
Non c'è che da sperare in una donna Eleonora moderna che metta un po' di ordine.

mercoledì 10 aprile 2013

Agenzia matrimoniale per ricchi - Farahad Zama

E' un libro davvero gradevole, la lettura scorre piacevolmente e la sensazione è di farsi una chiacchierata con un amico di quelli con cui ti diverti anche senza dover scendere troppo in profondità.

Ciò che ne fa un libro particolare e degno di attenzione è l'ambientazione: il signor Alì prende per mano il lettore e lo accompagna alla scoperta delle varie caste, delle diverse religioni, delle differenti situazioni che convivono - più o meno pacificamente - in India; non scende in grandi dettagli, ma lo sguardo del signor Ali non ha pregiudizi, guarda con benevolenza qualunque persona gli si presenti davanti, purchè sia educata e non faccia del male a chi sta intorno.
C'è molto l'attenzione sugli aspetti di generosità e accoglienza tipici della cultura indiana; ma non prescinde mai da un forte realismo, quando guarda alle situazioni familiari e umane.

Anche questo non è il libro che ti cambia la vita, forse non ti strappa profonde riflessioni sul senso della vita, ma non importa: è una compagnia piacevole, e questo a volte è tutto ciò che serve.


lunedì 8 aprile 2013

A che gioco giochiamo? - Madeleine Wickham

Mi serviva un libro "leggerino" per stemeprare la tensione accumulata ... e direi che questo è stato provvidenziale.

Una storia piacevole, un po' sullo stile di quelle di Marian Keyes, anche se molto meno profonda; personaggi ben delineati, che subito ti generano simpatia od antipatia; uno spaccato molto realistico della vita e delle relazioni di famiglie ricche o arricchitesi o desiderose di arricchirsi.

Non è certo il libro che ti cambierà la vita ... ma merita una lettura, se il genere piace.

sabato 30 marzo 2013

La cerimonia del massaggio - Alan Bennett

Un libro estremamente british ... e di una delicatezza incredibile.
Di Alan Bennett mi ero già innamorata leggendo "La sovrana lettrice" e "La pazzia di re Giorgio", ma questo brevissimo testo è veramente una chicca.
Un funerale, in cui tutti i partecipanti sono personaggi davvero curiosi (in entrambe le accezioni del termine!) e in cui tutti - tranne uno - sono accomunati dalle speciali attenzioni ricevute dal defunto, Clive, morto a 34 anni in circostanze altamente misteriose e - per questo - fonte di notevole preoccupazione per tutta la platea.
Il canonico Treacher - con i suoi drastici giudizi - è al di fuori di tutto ciò, è l'elemento stridente, il sassolino nella scarpa che impedisce di essere completamente ipnotizzati da questa particolare celebrazione commemorativa.

Si parla di sesso, di psicologia delle folle, di oratoria, di Dio ... o, meglio, della visione che di Dio hanno le persone - in particolare gli ecclesiastici.
E' un testo che, se fosse stato scritto da chiunque altro, avrebbe potuto scandalizzare, ma che invece - uscito dalle sapienti mani di Alan Bennett - scivola via leggero, strappando un gran sorriso ... non una risata, per carità: non sarebbe abbastanza inglese!

martedì 26 marzo 2013

Cose che nessuno sa - Alessandro D'Avenia

Come già nell'altro suo libro, anche in questo Alessandro D'Avenia ci propone uno splendido inno alla vita.

E' un testo più maturo, in cui vengono approfondite le "reazioni alla vita" non solo degli adolescenti, ma anche degli adulti che girano loro intorno (genitori, nonni, insegnanti, educatori, ... ): c'è spazio per tutti e ognuno ha il proprio ruolo, senza il quale gli ingranaggi della vita si incepperebbero.
I personaggi si muovono come in una danza, allontanandosi e riavvicinandosi dopo mille giravolte, in un crescendo che attira il lettore e lo coinvolge, sino all'ultima pagina, così triste - eppure così felice e ricca di speranza.

Sono molte le parole, le frasi da custodire ... impossibile scegliere quali ricordare e quali archiviare ... ma alcune restano scolpite, toccano corde particolarmente vibranti:

"Leggevo molto, ma dalla lettura ottieni qualcosa solo quando sei capace di mettere qualcosa di tuo in ciò che stai leggendo. Voglio dire che leggi un libro veramente solo quando è lui che ti legge, solo quando ti avvicini alle parole con l’animo disposto a ferire e a essere ferito dal dolore della lettura, a convincere ed essere convinto, e dopo, arricchito dal tesoro che hai scoperto, a impiegarlo per costruire qualcosa nella tua vita e nel tuo cuore."

venerdì 22 marzo 2013

S.O.S. consigli

Le prossime settimane saranno caratterizzate da molti viaggi e - presumibilmente - lunghissime attese.
Devo rimpolpare il lettore ebook per essere pronta ad ogni evenienza e non restare senza un libro interessante che faccia evadere per un po'.

Per ora in lista ci sono, nell'ordine:
  • Cose che nessuno sa - Alessandro D'Avenia (letto!)
  • Sulla strada - Jack Kerouac
  • Il manifesto dei cosmonisti - Mikael Niemi 
  • La cerimonia del massaggio - Alan Bennett
Cosa aggiungere?
Commentate ... commentate ... commentate!


mercoledì 20 marzo 2013

Bianca come il latte, rossa come il sangue - Alessandro D'Avenia

Finalmente l'ho letto anche io, superando la paura di trovarmi di fronte ad un libro triste, che mi avrebbe spezzato il cuore.
E invece no, è un racconto dolcissimo, illuminato di luce bianca, ma forte e appassionato ... 

E' meraviglioso questo sguardo sull'adolescenza, in tutti i suoi aspetti: quelli brutti, neri, irritanti, che mostrano rapporti tesi, risposte maleducate, fughe, capricci e provocazioni; e quelli belli, che raccontano di passione, di voglia di vivere, di amicizia, di grandi gesti, di solidarietà, di pomeriggi passati al fianco di chi soffre, di scoperta del mondo degli adulti ...

Insolita, ma perfetta, la voce narrante maschile, che mi ha trascinata fuori dai miei ricordi adolescenziali tipicamente femminili per catapultarmi nelle scarpe da ginnastica puzzolenti di Leo, a camminare con lui per un intero anno di scuola. 
Dopo poche pagine, viene già voglia di urlargli: "Stai attento a Silvia! E' innamorata di te!", perchè è chiarissimo, almeno da fuori, ciò che la ragazza prova.
Viene voglia di consigliargli di ascoltare il Sognatore, perchè un po' si invidia Leo per avere una figura adulta così importante al fianco - anche se, a guardare bene indietro, figure così ci sono state anche nella propria adolescenza...ma troppo spesso bersaglio della più violenta ribellione.
Viene voglia di proteggerlo dal dolore che gli causerà lo stare accanto a Beatrice, senza pensare che, invece, questa figura così rossa e così bianca - in una perfetta fusione di colori - sarà una presenza preziosa in un anno di profondi cambiamenti. Leo riesce a cogliere la similitudine fra la "sua" Beatrice e quella che guida Dante nel Paradiso; e proprio come la sua omonima ben più famosa, anche questa giovane donna, ad un certo punto, si ritira in silenzio, sapendo di aver adempiuto il suo ruolo, quello di accompagnare Leo per un pezzo della strada alla ricerca di se stesso. Come un'illusione, o meglio un sogno al mattino, diventa evanescente, non di botto, ma pian piano, staccandosi progressivamente e facendo spazio alla vita vera, concreta, stabile. 

E' un libro che non ha paura della morte ... e, anche per questo, celebra la vita.

Grazie a suor B. di Cittadella Domenicana per avermi convinta a leggerlo!

lunedì 18 marzo 2013

Neve...!

Questa mattina ho fatto uno sforzo immenso, mi sono alzata molto prima del solito ... e ho preso la navetta per venire in ufficio.

Mi sono goduta una città imbiancata, ovattata ...
Seduta al calduccio, senza dovermi preoccupare del traffico tanto c'era chi ci pensava per me, il lettore ebook in mano ... ma in stand-by, lo sguardo perso fuori dal finestrino ...
Stralci di pensieri dal weekend, leggeri come i fiocchi che scendevano ieri sera, così diversi da quelli pesanti e carichi di acqua, che cadono stamattina.
Un sorriso, vedendo qualcuno che barcolla sul marciapiede scivoloso; poi la città che pian piano lascia spazio alla tangenziale e l'ultimo pensiero prima di abbandonarmi a Morfeo: "Speriamo che l'autista dirotti la navetta e ci tenga in giro più a lungo ... così ho più tempo per dormire!"

domenica 17 marzo 2013

Marzo pazzerello

Marzo si sta rivelando - al contrario di febbraio - un mese infruttuoso per le letture ...

Troppe cose da fare, tanti pensieri, alti e bassi che mi tengono occupata e sottraggono tempo e voglia alla lettura. Ma va bene così: è un marzo di incontri con persone reali e non solo con personaggi a due dimensioni.
In treno ho finito "Bentornati in casa Esposito", che avevo in lettura da giorni e giorni ... forse arriverà una recensione, non lo so. La fine mi ha veramente lasciata a bocca aperta.

Nel frattempo, però, ho fatto nascere un altro blog ... non per me, ma per le amiche suore di Firenze.
Un lavoro molto essenziale, ma ne sono davvero soddisfatta ... e questo weekend fiorentino - sebbene caratterizzato da un lavoro intensissimo - è stato proprio bello.

Chissà che i prossimi giorni non mi vedano tornare con più concentrazione sui libri!

martedì 5 marzo 2013

A marzo...

La figlia dei ricordi - Sarah McCoy
Bentornati in casa Esposito - Pino Imperatore
Bianca come il latte, rossa come il sangue - Alessandro D'Avenia
Cose che nessuno sa - Alessandro D'Avenia
La cerimonia del massaggio - Alan Bennett

La figlia dei ricordi - Sarah McCoy

Un libro profumato di forno, di pane, di dolci ... tutti profumi che sanno di "casa" ... 

E' una storia in bilico fra due secoli e due continenti, fra la Seconda Guerra Mondiale in Germania e il nostro secolo in America; ci fa riflettere su un altro aspetto del nazismo, facendoci mettere nei panni dell'uomo normale, che un po' accetta questa ideologia e un po' si lascia interrogare dalle molte barbarie che vede accadere intorno a sè; ci fa avvicinare all'immigrazione dal Messico agli Stati Uniti, facendoci camminare per un po' nelle scarpe di Riki, che lavora al confine ... anche se non si sa bene se il confine sia dato dalla frontiera o dalla sua coscienza.

E' un libro in cui sono le figure femminili ad occupare la maggior parte delle pagine, è quasi sempre il loro punto di vista ad avere la meglio; le figure maschili sembrano sempre essere guardate con un po' di sospetto, di distacco ... 

Sarà il lieto fine, voluto a tutti costi per tutti o quasi; saranno alcune forzature sulla facilità con cui certe situazioni si risolvono; sarà che è un libro che cerca di farti pensare, ma in fondo è solo l'ennesimo romanzetto rosa ... Qualunque sia la ragione, non mi ha convinta del tutto. Anzi.

domenica 24 febbraio 2013

E ora?

Questa mattina mi sono seduta per fare colazione, stessa configurazione di sempre sul tavolo: la tazza di caffè fumante, i biscotti a fianco e il lettore ebook acceso.
Ma ... anche se il lettore è pieno di libri ancora da aprire, nulla mi ispirava!

... si accettano suggerimenti! :OD

sabato 23 febbraio 2013

Come inciampare sul principe azzurro - Anna Premoli

Forse prima di leggere un libro, bisognerebbe vagliarne attentamente il titolo. Non era il libro giusto, il giorno giusto, ... Pazienza.

Le prime 10 pagine potrebbero tranquillamente essere state scritte da me.
Poi la storia continua. Quella di Maddy intendo.


Il giardino delle pesche e delle rose - Joanne Harris

!!! Allarme SPOILER !!!

E' scivolato via leggero e veloce, come una casa galleggiante sulla Tannes, questo libro caldo e speziato come una tazza della cioccolata di Vianne o del te alla menta di Omi.

Fin dalle prime pagine, chi ha già conosciuto Vianne si sente a casa, là a Lansquenet; tornano i personaggi familiari - di cui Le scarpe rosse hanno fatto sentire la mancanza - e anche quelli nuovi sembrano adattarsi perfettamente al ricordo che abbiamo del villaggio: accogliente ma solo finchè rispetti regole che in realtà non sono scritte da nessuna parte, ma viaggiano di bocca in bocca come pettegolezzi; chiuso ed orgoglioso, sprezzante nei confronti del diverso che non vuole adattarsi alla vita patinata proposta da Caroline Clairmont.

Due comunità che si confrontano e si affrontano; e in mezzo a tutti, a fare paradossalmente da ponte, una straniera e Monsieur le Curé, le due voci narranti che ritroviamo da Chocolat.
Vianne, che è tornata quella di un tempo, anche se più matura, alle prese anche con problemi "comuni" (una vita familiare che vacilla, gelosie molto femminili, i problemi dati da una figlia adolescente e da una più piccola della sua età). 
E poi Francis Reynaud: una personalità forte messa in crisi dagli eventi, ma mai piegata fino in fondo; una figura che cerca la via per un riscatto, per una riconciliazione ... con se stesso, prima ancora che con il paese e con gli abitanti de Le Marauds.

Meno forte la presenza di Anouk, persa fra i suoi amori adolescenziali e i suoi gadget elettronici, sempre alla ricerca di un po' di corrente per caricare l'ipod o cercare notizie di Jean-Loup su Facebook; sostituita però da quella di Rosette, così diversa, ma così simile, sempre in compagnia del suo amato Bam e di Maya, che sembra quasi diventare essa stessa un'amichetta immaginaria sempre alle calcagna dell'altra.
Resta in disparte anche Roux, che questa volta - però - arriva al momento giusto; un attimo prima e si sarebbe ricaduti nello smielato come nel libro precedente; un attimo dopo e tutto sarebbe andato a rotoli, senza di lui.

Ma questa volta la Harris ci lascia così, davanti ad una porta chiusa, con il vento che sta di nuovo cambiando e i colori che danzano e si confondono insieme a Pantoufle e Bamboozle .....

venerdì 22 febbraio 2013

Le scarpe rosse - Joanne Harris

*** Attenzione: se avete intenzione di leggere il libro ... beh, non andate avanti a leggere la recensione, o vi rovinate la sorpresa! ***


Penso di non aver mai letto con così tanta ansia un libro.
E' bellissimo, ben scritto, ancora più intenso di "Chocolat", ma terribilmente inquietante.

E' un libro tutto al femminile, grazie anche alle voci narranti esclusivamente di donne. 
C'è un contrasto fortissimo fra le parti raccontate da Zozie, scoppiettanti e colorate, ma che ti lasciano dentro un disagio enorme; quelle narrate da Anouk, con i frequenti sbalzi d'umore tipicamente adolescenziali, e per di più ulteriormente scombussolati da un riavvicinamento alla magia; e quelle narrate da Vianne, inizialmente grigie e piatte, poi sempre più colorate e magiche ... guarda caso dopo l'arrivo di Roux.
E, sebbene non narrante, incredibile è la forza con cui Rosette si impone in ciascuna pagina, con il suo sorriso, con la magia che la circonda, con i giochi in cui coinvolge chiunque le sia accanto.

Fin dalle prime pagine, ti rendi conto della minaccia rappresentata da Zozie, ma ti accorgi anche che è l'unica che può far uscire Vianne dall'apatia di cui è caduta vittima, ufficialmente per proteggere le sue figlie. Ma, nonostante tutto, non riesci a leggere serenamente pagina dopo pagina, devi divorarle per vedere se alla fine la vera Vianne riuscirà a recuperare il rapporto perso con la figlia e a liberarsi dell'incomoda "amica", che certo non vuole il suo bene.

E intorno a queste donne, tutta una serie di altri personaggi, piccoli e grandi, simpatici o antipatici, che aiutano a creare un'atmosfera dalla quale non riesci a stare fuori, della quale ti senti concretamente parte: mentre leggi, hai la sensazione di essere seduta su una delle vecchie poltroncine nella chocolaterie, con in mano un mendiant, o una tazza di cioccolata aromatizzata, a sorridere con Nico e Alice, o a giocare con Rosette, a guardare le foto scattate da Jean-Loup, ...

Ci sono però delle note stonate, in questo libro: Michèlle, che salta fuori dal passato; lo stesso Roux, alle prese con la scoperta della paternità e alla ricerca di un amore lontano ormai 4 anni ... 
Per quanto il mio cuore inguaribilmente romantico abbia esultato al vedere il quadretto familiare, la parte di me che si è affezionata ai personaggi ... è rimasta un po' delusa da questa fine un po' troppo mielosa e scontata... così stridente con il resto della storia!

mercoledì 20 febbraio 2013

Chocolat - Joanne Harris

Un libro dolcissimo e profumatissimo, che avvolge in una sinestesia di sensazioni: la Harris riesce magistralmente a trasportare il lettore nel paese di cui racconta, con i suoi profumi, i suoi colori, il suono delle campane ...
Non si fa fatica a percepire il cioccolato, che sempre circonda Vianne; il freddo e l'astio che sempre richiamano la presenza di Reynaud; il rumore dei saltelli di Pantoufle, sincronizzati al passo allegro di Anouk; il forte odore maschile di Roux; il passaggio di Joséphine dal tremito impaurito alla leggerezza; la presenza forte e quasi invadente di Armande; e così via per ogni personaggio ...

Un po' titubante nel prenderlo in mano (gli altri due che ho letto della Harris mi avevano annoiata quanto basta), ma convinta da un'amica, mi sono sentita completamente catturata da questo libro, così magico, ma in fondo così reale ...
E ancora, a sorprendermi fino all'ultima pagina, un finale di difficile interpretazione: è davvero un "non-lieto" fine? Ne siamo sicuri? E' vero, non c'è scritto "E vissero felici e contenti" ... ma siamo davvero certi che quello sia l'unico modo possibile di interpretare un lieto fine?

domenica 17 febbraio 2013

Il conto delle minne - Giuseppina Torregrossa

Letto interamente in un pomeriggio di ozio, nonostante avessi deciso di fare altro e soprattutto di leggere un altro libro, che è in coda da troppo tempo.
E per di più non capire cosa mi lasci dentro ... dà la sensazione di un pomeriggio triste, anche se in realtà in un certo senso mi è piaciuto.

Una prima parte che racconta la vita di generazioni di una famiglia siciliana, ti sembra quasi di vederli, come in una fotografia color seppia, di quelle che ancora oggi ti raccontano una storia, quella dei tuoi nonni, dei tuoi bisnonni, delle generazioni che ti hanno preceduta.
La Sicilia, ma soprattutto Palermo è una delle grandi protagoniste di questo libro, con i suoi viali pieni di colori, sapori ed odori, che la Torregrossa riesce, magistralmente, a farti percepire ...

Una seconda parte inquietante, la storia personale della protagonista, che tocca alte cime di soddisfazione, per poi crollare in una profonda voragine dalla quale fa fatica ad emergere. Ed emerge avendo accanto qualcuno che proprio non ci si aspetta, qualcuno la cui presenza lascia perplessi, sembra una forzatura, il voler, a tutti i costi, mettere qualcosa di "diverso" per ricatturare l'attenzione del lettore, che forse si è un po' spenta e spersa nel "conto delle minne" ... ma in realtà, alla fine, forse questo nuovo personaggio si inserisce in maniera naturale nella storia, ed effettivamente potrebbe essere l'unica possibilità di riscatto per Agata.

Forse, tutto sommato, non era il libro giusto nel momento giusto; certe ferite, certi spaventi sono ancora lì a tenermi a sveglia la notte, forse questa malattia è un argomento ancora troppo "caldo" e, nella mia famiglia tanto piemontese, non è stata tramandata nessuna ricetta delle "minne di Sant'Agata".

Buona fortuna - Barbara Fiorio


"Quando progettavo il mio futuro non avevo previsto di venire contraddetta dalla vita o forse avevo adottato con troppo candore il cliché standard della donna italiana e davo per scontato che a quest’età avrei avuto un lavoro stabile, un marito stabile e una serenità stabile.
E invece."

E' una favola da grandi, questo libro: ce ne sono tutti gli elementi.
C'è il personaggio bello, positivo, ma debole, da difendere: Caterina, la nonna che ognuno di noi ha avuto o vorrebbe aver avuto; c'è il cattivo - o la squadra dei cattivi, come in questo caso, l'avvocato Grondi e, ancor più, gli avvocati Periglio, padre e rampollo; c'è l'innamorato che tradisce e poi cerca invano di fare ammenda; c'è il gatto; ci sono una principessa, una fata e Zorro ... tutti impersonati da Margot, che forse riuscirà a venire a capo della sua vita solo dopo aver iniziato a prendersi cura di qualcun altro ... che non è nè un marito, nè un figlio, nè un gatto ... ma una sconosciuta, Caterina, che ha incrociato la sua strada totalmente per caso e con discrezione; e infine c'è l'eroe, il maresciallo Tommaso Crocetta.
Ma molti sono anche gli elementi di realismo: non tutto si risolve in maniera perfetta, il lieto fine non è così liscio, i cattivi non necessariamente ne escono coperti di fango e i buoni avendo risolto tutti i loro problemi. Anzi.
Perchè, nella realtà, qualche volta bisogna scendere a compromessi; qualche volta i cattivi perdono su un fronte, ma vincono sull'altro; qualche volta si incrociano delle persone, si diventa amici e si fa un pezzo di strada insieme, poi si torna ad essere semplici conoscenti, sfumando in un limbo più o meno profondo. Ma questa è la vita ... 

sabato 16 febbraio 2013

Il tuttomio - Andrea Camilleri

Abituata alle indagini del commissario Montalbano, romanzi caldi ed avvolgenti, ambientati in una Sicilia che cuoce sotto il sole, non ero preparata a questo Camilleri freddo e lucido, che ci regala - o meglio ci tira addosso - una storia psicotica.
Non so dire se mi sia piaciuto, sicuramente mi ha inquietata e, nonostante questo, l'ho letto tutto d'un fiato, immaginandolo ambientato, chissà perchè, a Milano, anche se il luogo non è specificato.
Non ti lascia staccare, questo libro, anche se la sensazione di disagio cresce in maniera lineare: nelle prime pagine, appare come una storiella leggerina, non particolarmente intelligente; ma man mano che si prosegue, diventa sempre più surreale, ti mette a disagio perchè ti rendi conto che è una storia decisamente malata.
Così come è malata la protagonista, unico punto fermo, centro del romanzo; attorno a lei girano come in una giostra le figure maschili, di cui lei si serve, salvo poi liberarsene quando non le servono più e iniziano a darle fastidio.
Se ne libera ... sì, letteralmente.

Ho tirato un sospiro di sollievo, girando l'ultima pagina: l'ho letto praticamente in apnea ... forse per non sentire la puzza della testa di vacca che ripara l'accesso al tuttomio, il solo luogo in cui la protagonista accetti di non avere mai un uomo intorno. Anzi, quasi mai.


mercoledì 13 febbraio 2013

Una moglie a Gerusalemme - Naomi Ragen

Ho iniziato questo libro avendo aspettative altissime, sia perchè leggendo la trama ero estremamente incuriosita, sia perchè è ambientato in parte a Gerulasemme, città che mi piace e che associo a ricordi molto belli.
Per tre quarti il libro risponde perfettamente alle mie aspettative: è ben scritto anche se l'uso di alcuni termini mi fa sospettare qualche imperfezione nella traduzione; è interessante vedere come si muovono le diverse figure femminili, più o meno impacciate dal proprio corpo e dal difficile rapporto con l'altro sesso (sia esso rappresentato dal padre, dal figlio grande, dal figlio piccolo, dall'innamorato o dal rabbino); l'importanza della religione nella vita dei protagonisti è ben delineata, così come il contrasto fra chi cerca di osservare al meglio i tanti dettami della propria religione e chi invece li disprezza; ma non solo: anche il contrasto fra chi cerca di vivere al meglio proprio grazie alla fede e chi, invece, fa del proprio credo una gabbia assolutista, che non solo non aiuta l'esistenza, ma anzi la limita e la rende qualcosa di assolutamente odioso e contrario ad ogni fede.

Ma poi l'autrice ... come si suol dire, si fa un enorme autogol, incastrando i personaggi in una situazione  talmente assurda che per tirarsene fuori dovrebbero rinnegare tutto quanto hanno dichiarato di credere nella prima parte.
Ero davvero curiosa di vedere come avrebbe liberato Bratsheva e David da quel ginepraio, ma non ero preparata alla faciloneria con cui risolve la situazione: in poche pagine tira fuori dal cilindro una soluzione degna del peggior romanzo rosa e un libro oggettivamente bello perde gran parte del suo fascino.
Peccato, perchè gli ultimi capitoli sono di nuovo belli e coinvolgenti, non fosse che servono ad attuare quella risoluzione che proprio non riesce a convincermi.

lunedì 11 febbraio 2013

La bastarda di Istanbul - Elif Shafak

Nonostante mi sia piaciuto moltissimo, mi risulta difficile recensire questo libro, che ho divorato in un pomeriggio invernale assolato ma gelido.
Una città che ho conosciuto e che ho imparato ad amare, Istanbul, piena di contraddizioni e di diversità da quartiere a quartiere; un mondo eclettico, quello che popola Istanbul e che in questo libro è racchiuso all'interno di un'unica famiglia; l'anima musulmana, l'anima cristiana, quella più occidentale, quella più legata alle tradizioni mediorientali: una donna per ciascun carattere.
Il genocidio degli armeni è l'asse portante del libro, ma in maniera estremamente naturale, senza voler per forza esprimere un giudizio, senza voler attribuire delle colpe o dare dei meriti. E' solo un ricordo, un ricordo prezioso sia per i turchi che per gli armeni.
Ma il tentativo di riscatto - l'unico possibile, perchè mostra radici comuni -  da un passato ingombrante viene tacitato dagli scrupoli di coscienza e dalla debolezza di chi - in un certo momento - avrebbe la possibilità di intervenire attivamente per modificare lo status quo.
Ma per modificare lo status quo storico serve una buona dose di coraggio ... e non sempre se ne ha a disposizione.

Il corpo umano - Paolo Giordano

Uno sguardo su un mondo - quello militare, di più, quello dei corpi impegnati nelle "missioni di pace" - così diverso dal mondo civile, così incomprensibile, così lontano.
Sembra quasi un'intrusione nella vita di questi ragazzi, nella loro piccola società, uno sguardo necessariamente distaccato, che a volte vorrebbe esprimere un giudizio, ma alla fine si trattiene, in uno spasmo di realismo.
Eppure sai per eseprienza che, in patria, questi ragazzi, questi giovani, questi uomini sono molto diversi, sono fidanzati, mariti, padri, figli; amano, ridono, giocano, parlano; ma quando sono "là" devono fare i conti soltanto con se stessi, con le loro sicurezze ed insicurezze; diventano "corpi umani" più che uomini. E per tutto il resto non c'è spazio.
Finchè non ritornano. Forse.
E quando ritornano, li guardi negli occhi e ci leggi mille storie, si odiano per averti fatta aspettare e soffrire in loro attesa, si odiano perchè comunque amano il loro lavoro, la loro vita forse più di quanto non amino te.
"Attraverso l’amore per l’Arma proverai amore per te stesso. Hai il dovere di preservare la tua vita, in ogni caso e a ogni costo, perché la tua vita non ti appartiene, è sua."
Ma questa è un'altra storia... molto più personale.

venerdì 8 febbraio 2013

La casa dei quattro venti - Elif Shafak

Un libro duro e allo stesso tempo dolcissimo, dal ritmo sincopato, inizialmente difficile da seguire, devi far mente locale sulle date e sui nomi per sapere in quale punto della storia sei.
Poi però capisci che questa storia può essere narrata - e compresa - solo in questo modo.
Una storia che unisce la città che più amo al mondo, Londra, e una cultura che sto imparando a conoscere e ad amare, quella araba. Una storia che coinvolge, ma mai completamente: ti lascia sempre un po' ai margini, permettendoti di capire che c'è qualcosa di strano, di non detto, di lampante ma non esplicito. Qualcosa che intuisci ... e che finalmente afferri ... un istante prima che ti venga rivelato. Perchè sì, è semplice, l'hai avuto davanti agli occhi per tutto il tempo, dovevi solo trovare l'angolazione giusta da cui guardare.
E non si tratta solo del colpo di scena, ma di tutta un'atmosfera ... che cela e scopre, come il velo di Pembe e Jamila, che a volte si muove e scopre i loro lunghi capelli lucenti ... assolutamente uguali.

martedì 5 febbraio 2013

A febbraio ...

Il peso della grazia - Christian Raimo
Il tempo tagliato - Silvia Longo
Shah-in-Shah - Ryszard Kapuscinski
La casa dei quattro venti - Elif Shafak 
La bastarda di Istanbul - Elif Shafak
Il corpo umano - Paolo Giordano
Una moglie a Gerulasemme - Naomi Ragen
Il tuttomio - Andrea Camilleri
Buona fortuna - Barbara Fiorio
Il conto delle minne - Giuseppina Torregrossa
Chocolat - Joanne Harris
Le scarpe rosse - Joanne Harris
Il giardino delle pesche e delle rose  - Joanne Harris
Come inciampare sul principe azzurro - Anna Premoli

Il tempo tagliato - Silvia Longo

Scoperto per caso chattando con un'amica, letto d'impulso tutto d'un fiato, senza riuscire a posarlo. 
E' una storia d'amore, a suo modo ... la storia di un amore ritrovato: quello verso se stessa, la riscoperta - finalmente - di una sincerità totale, per troppo tempo nascosta sotto una patina di "convenienza".
E' inevitabile, in una o in un'altra frase - in questa o quella situazione - identificarti con Viola, sentire che non siete poi così diverse ... il sentirti sempre un passo indietro, il sentirti in colpa per qualsiasi cosa, le crisi isteriche sotto la pioggia quando - per una volta - segui l'impulso di lasciar andare il tuo autocontrollo ("E' l'autocontrollo la disciplina in cui eccello") e paghi le conseguenze di una spontaneità cui non sei abituata, nemmeno (o forse soprattutto) con te stessa. 
Non sappiamo se Mauro - domani, dopodomani, fra un mese o un anno - sarà ancora nella vita di Viola ... e non è importante: sarà certamente nel suo cuore, del quale le ha ridonato la chiave.

Il peso della grazia - Christian Raimo

... un macigno ed una piuma ...

Comprato per curiosità, iniziato con ansia, finito per testardaggine. 
Forse troppo lontano, o forse troppo vicino; irritante fino alla sfinimento; una storia così diversa eppure così simile. 
E alla fine, resta il fatto che "le persone sono creature complesse. O le ami per quello che sono oppure sei fregato. Ma da subito".

A gennaio ...

Il seggio vacante - J.K. Rowling
Il caffè delle donne - Widad Tamimi
Il cassetto dei ricordi segreti - Lynda Rutledge
Una sorpresa sulla Fifth Avenue - Allison Winn Scotch
Una voce di notte - Andrea Camilleri
Zie, prozie e ziette - Laura Bellotti

Il caffè delle donne - Widad Tamimi


Forse era il libro giusto al momento giusto.
Non lo so, ma mi ha catturata completamente e ora che l'ho finito è un po' come se avessi perso un amico. Vorrei avere ancora delle pagine da scoprire, vedere come vivranno Qamar e Giacomo, guardare ancora una volta negli occhi teta, avere ancora la possibilità di scoprire quale sia il caffè che fa per me: quello nero e amaro che prendo ogni mattina? quello macchiato che prendo quando voglio che duri di più la pausa che il caffè sempre rappresenta? o forse quello arabo che ho bevuto una sola volta, quasi per scherzo?
Un filo sottile di orgoglio nel riconoscere i significati di alcune parole arabe che sto faticosamente cercando di imparare; la duplicità con cui due mondi lontani si avvicinano: un'estrema naturalezza e - nello stesso tempo - uno stridio fastidiosissimo; il calore e l'abbraccio della Grande Casa ... ma anche della casa di Qamar e Giacomo e, in definitiva, anche di quella di mamma e baba ...
Tante sensazioni, tanti pensieri ... e - su tutto - il profumo del caffè ...