domenica 24 febbraio 2013

E ora?

Questa mattina mi sono seduta per fare colazione, stessa configurazione di sempre sul tavolo: la tazza di caffè fumante, i biscotti a fianco e il lettore ebook acceso.
Ma ... anche se il lettore è pieno di libri ancora da aprire, nulla mi ispirava!

... si accettano suggerimenti! :OD

sabato 23 febbraio 2013

Come inciampare sul principe azzurro - Anna Premoli

Forse prima di leggere un libro, bisognerebbe vagliarne attentamente il titolo. Non era il libro giusto, il giorno giusto, ... Pazienza.

Le prime 10 pagine potrebbero tranquillamente essere state scritte da me.
Poi la storia continua. Quella di Maddy intendo.


Il giardino delle pesche e delle rose - Joanne Harris

!!! Allarme SPOILER !!!

E' scivolato via leggero e veloce, come una casa galleggiante sulla Tannes, questo libro caldo e speziato come una tazza della cioccolata di Vianne o del te alla menta di Omi.

Fin dalle prime pagine, chi ha già conosciuto Vianne si sente a casa, là a Lansquenet; tornano i personaggi familiari - di cui Le scarpe rosse hanno fatto sentire la mancanza - e anche quelli nuovi sembrano adattarsi perfettamente al ricordo che abbiamo del villaggio: accogliente ma solo finchè rispetti regole che in realtà non sono scritte da nessuna parte, ma viaggiano di bocca in bocca come pettegolezzi; chiuso ed orgoglioso, sprezzante nei confronti del diverso che non vuole adattarsi alla vita patinata proposta da Caroline Clairmont.

Due comunità che si confrontano e si affrontano; e in mezzo a tutti, a fare paradossalmente da ponte, una straniera e Monsieur le Curé, le due voci narranti che ritroviamo da Chocolat.
Vianne, che è tornata quella di un tempo, anche se più matura, alle prese anche con problemi "comuni" (una vita familiare che vacilla, gelosie molto femminili, i problemi dati da una figlia adolescente e da una più piccola della sua età). 
E poi Francis Reynaud: una personalità forte messa in crisi dagli eventi, ma mai piegata fino in fondo; una figura che cerca la via per un riscatto, per una riconciliazione ... con se stesso, prima ancora che con il paese e con gli abitanti de Le Marauds.

Meno forte la presenza di Anouk, persa fra i suoi amori adolescenziali e i suoi gadget elettronici, sempre alla ricerca di un po' di corrente per caricare l'ipod o cercare notizie di Jean-Loup su Facebook; sostituita però da quella di Rosette, così diversa, ma così simile, sempre in compagnia del suo amato Bam e di Maya, che sembra quasi diventare essa stessa un'amichetta immaginaria sempre alle calcagna dell'altra.
Resta in disparte anche Roux, che questa volta - però - arriva al momento giusto; un attimo prima e si sarebbe ricaduti nello smielato come nel libro precedente; un attimo dopo e tutto sarebbe andato a rotoli, senza di lui.

Ma questa volta la Harris ci lascia così, davanti ad una porta chiusa, con il vento che sta di nuovo cambiando e i colori che danzano e si confondono insieme a Pantoufle e Bamboozle .....

venerdì 22 febbraio 2013

Le scarpe rosse - Joanne Harris

*** Attenzione: se avete intenzione di leggere il libro ... beh, non andate avanti a leggere la recensione, o vi rovinate la sorpresa! ***


Penso di non aver mai letto con così tanta ansia un libro.
E' bellissimo, ben scritto, ancora più intenso di "Chocolat", ma terribilmente inquietante.

E' un libro tutto al femminile, grazie anche alle voci narranti esclusivamente di donne. 
C'è un contrasto fortissimo fra le parti raccontate da Zozie, scoppiettanti e colorate, ma che ti lasciano dentro un disagio enorme; quelle narrate da Anouk, con i frequenti sbalzi d'umore tipicamente adolescenziali, e per di più ulteriormente scombussolati da un riavvicinamento alla magia; e quelle narrate da Vianne, inizialmente grigie e piatte, poi sempre più colorate e magiche ... guarda caso dopo l'arrivo di Roux.
E, sebbene non narrante, incredibile è la forza con cui Rosette si impone in ciascuna pagina, con il suo sorriso, con la magia che la circonda, con i giochi in cui coinvolge chiunque le sia accanto.

Fin dalle prime pagine, ti rendi conto della minaccia rappresentata da Zozie, ma ti accorgi anche che è l'unica che può far uscire Vianne dall'apatia di cui è caduta vittima, ufficialmente per proteggere le sue figlie. Ma, nonostante tutto, non riesci a leggere serenamente pagina dopo pagina, devi divorarle per vedere se alla fine la vera Vianne riuscirà a recuperare il rapporto perso con la figlia e a liberarsi dell'incomoda "amica", che certo non vuole il suo bene.

E intorno a queste donne, tutta una serie di altri personaggi, piccoli e grandi, simpatici o antipatici, che aiutano a creare un'atmosfera dalla quale non riesci a stare fuori, della quale ti senti concretamente parte: mentre leggi, hai la sensazione di essere seduta su una delle vecchie poltroncine nella chocolaterie, con in mano un mendiant, o una tazza di cioccolata aromatizzata, a sorridere con Nico e Alice, o a giocare con Rosette, a guardare le foto scattate da Jean-Loup, ...

Ci sono però delle note stonate, in questo libro: Michèlle, che salta fuori dal passato; lo stesso Roux, alle prese con la scoperta della paternità e alla ricerca di un amore lontano ormai 4 anni ... 
Per quanto il mio cuore inguaribilmente romantico abbia esultato al vedere il quadretto familiare, la parte di me che si è affezionata ai personaggi ... è rimasta un po' delusa da questa fine un po' troppo mielosa e scontata... così stridente con il resto della storia!

mercoledì 20 febbraio 2013

Chocolat - Joanne Harris

Un libro dolcissimo e profumatissimo, che avvolge in una sinestesia di sensazioni: la Harris riesce magistralmente a trasportare il lettore nel paese di cui racconta, con i suoi profumi, i suoi colori, il suono delle campane ...
Non si fa fatica a percepire il cioccolato, che sempre circonda Vianne; il freddo e l'astio che sempre richiamano la presenza di Reynaud; il rumore dei saltelli di Pantoufle, sincronizzati al passo allegro di Anouk; il forte odore maschile di Roux; il passaggio di Joséphine dal tremito impaurito alla leggerezza; la presenza forte e quasi invadente di Armande; e così via per ogni personaggio ...

Un po' titubante nel prenderlo in mano (gli altri due che ho letto della Harris mi avevano annoiata quanto basta), ma convinta da un'amica, mi sono sentita completamente catturata da questo libro, così magico, ma in fondo così reale ...
E ancora, a sorprendermi fino all'ultima pagina, un finale di difficile interpretazione: è davvero un "non-lieto" fine? Ne siamo sicuri? E' vero, non c'è scritto "E vissero felici e contenti" ... ma siamo davvero certi che quello sia l'unico modo possibile di interpretare un lieto fine?

domenica 17 febbraio 2013

Il conto delle minne - Giuseppina Torregrossa

Letto interamente in un pomeriggio di ozio, nonostante avessi deciso di fare altro e soprattutto di leggere un altro libro, che è in coda da troppo tempo.
E per di più non capire cosa mi lasci dentro ... dà la sensazione di un pomeriggio triste, anche se in realtà in un certo senso mi è piaciuto.

Una prima parte che racconta la vita di generazioni di una famiglia siciliana, ti sembra quasi di vederli, come in una fotografia color seppia, di quelle che ancora oggi ti raccontano una storia, quella dei tuoi nonni, dei tuoi bisnonni, delle generazioni che ti hanno preceduta.
La Sicilia, ma soprattutto Palermo è una delle grandi protagoniste di questo libro, con i suoi viali pieni di colori, sapori ed odori, che la Torregrossa riesce, magistralmente, a farti percepire ...

Una seconda parte inquietante, la storia personale della protagonista, che tocca alte cime di soddisfazione, per poi crollare in una profonda voragine dalla quale fa fatica ad emergere. Ed emerge avendo accanto qualcuno che proprio non ci si aspetta, qualcuno la cui presenza lascia perplessi, sembra una forzatura, il voler, a tutti i costi, mettere qualcosa di "diverso" per ricatturare l'attenzione del lettore, che forse si è un po' spenta e spersa nel "conto delle minne" ... ma in realtà, alla fine, forse questo nuovo personaggio si inserisce in maniera naturale nella storia, ed effettivamente potrebbe essere l'unica possibilità di riscatto per Agata.

Forse, tutto sommato, non era il libro giusto nel momento giusto; certe ferite, certi spaventi sono ancora lì a tenermi a sveglia la notte, forse questa malattia è un argomento ancora troppo "caldo" e, nella mia famiglia tanto piemontese, non è stata tramandata nessuna ricetta delle "minne di Sant'Agata".

Buona fortuna - Barbara Fiorio


"Quando progettavo il mio futuro non avevo previsto di venire contraddetta dalla vita o forse avevo adottato con troppo candore il cliché standard della donna italiana e davo per scontato che a quest’età avrei avuto un lavoro stabile, un marito stabile e una serenità stabile.
E invece."

E' una favola da grandi, questo libro: ce ne sono tutti gli elementi.
C'è il personaggio bello, positivo, ma debole, da difendere: Caterina, la nonna che ognuno di noi ha avuto o vorrebbe aver avuto; c'è il cattivo - o la squadra dei cattivi, come in questo caso, l'avvocato Grondi e, ancor più, gli avvocati Periglio, padre e rampollo; c'è l'innamorato che tradisce e poi cerca invano di fare ammenda; c'è il gatto; ci sono una principessa, una fata e Zorro ... tutti impersonati da Margot, che forse riuscirà a venire a capo della sua vita solo dopo aver iniziato a prendersi cura di qualcun altro ... che non è nè un marito, nè un figlio, nè un gatto ... ma una sconosciuta, Caterina, che ha incrociato la sua strada totalmente per caso e con discrezione; e infine c'è l'eroe, il maresciallo Tommaso Crocetta.
Ma molti sono anche gli elementi di realismo: non tutto si risolve in maniera perfetta, il lieto fine non è così liscio, i cattivi non necessariamente ne escono coperti di fango e i buoni avendo risolto tutti i loro problemi. Anzi.
Perchè, nella realtà, qualche volta bisogna scendere a compromessi; qualche volta i cattivi perdono su un fronte, ma vincono sull'altro; qualche volta si incrociano delle persone, si diventa amici e si fa un pezzo di strada insieme, poi si torna ad essere semplici conoscenti, sfumando in un limbo più o meno profondo. Ma questa è la vita ... 

sabato 16 febbraio 2013

Il tuttomio - Andrea Camilleri

Abituata alle indagini del commissario Montalbano, romanzi caldi ed avvolgenti, ambientati in una Sicilia che cuoce sotto il sole, non ero preparata a questo Camilleri freddo e lucido, che ci regala - o meglio ci tira addosso - una storia psicotica.
Non so dire se mi sia piaciuto, sicuramente mi ha inquietata e, nonostante questo, l'ho letto tutto d'un fiato, immaginandolo ambientato, chissà perchè, a Milano, anche se il luogo non è specificato.
Non ti lascia staccare, questo libro, anche se la sensazione di disagio cresce in maniera lineare: nelle prime pagine, appare come una storiella leggerina, non particolarmente intelligente; ma man mano che si prosegue, diventa sempre più surreale, ti mette a disagio perchè ti rendi conto che è una storia decisamente malata.
Così come è malata la protagonista, unico punto fermo, centro del romanzo; attorno a lei girano come in una giostra le figure maschili, di cui lei si serve, salvo poi liberarsene quando non le servono più e iniziano a darle fastidio.
Se ne libera ... sì, letteralmente.

Ho tirato un sospiro di sollievo, girando l'ultima pagina: l'ho letto praticamente in apnea ... forse per non sentire la puzza della testa di vacca che ripara l'accesso al tuttomio, il solo luogo in cui la protagonista accetti di non avere mai un uomo intorno. Anzi, quasi mai.


mercoledì 13 febbraio 2013

Una moglie a Gerusalemme - Naomi Ragen

Ho iniziato questo libro avendo aspettative altissime, sia perchè leggendo la trama ero estremamente incuriosita, sia perchè è ambientato in parte a Gerulasemme, città che mi piace e che associo a ricordi molto belli.
Per tre quarti il libro risponde perfettamente alle mie aspettative: è ben scritto anche se l'uso di alcuni termini mi fa sospettare qualche imperfezione nella traduzione; è interessante vedere come si muovono le diverse figure femminili, più o meno impacciate dal proprio corpo e dal difficile rapporto con l'altro sesso (sia esso rappresentato dal padre, dal figlio grande, dal figlio piccolo, dall'innamorato o dal rabbino); l'importanza della religione nella vita dei protagonisti è ben delineata, così come il contrasto fra chi cerca di osservare al meglio i tanti dettami della propria religione e chi invece li disprezza; ma non solo: anche il contrasto fra chi cerca di vivere al meglio proprio grazie alla fede e chi, invece, fa del proprio credo una gabbia assolutista, che non solo non aiuta l'esistenza, ma anzi la limita e la rende qualcosa di assolutamente odioso e contrario ad ogni fede.

Ma poi l'autrice ... come si suol dire, si fa un enorme autogol, incastrando i personaggi in una situazione  talmente assurda che per tirarsene fuori dovrebbero rinnegare tutto quanto hanno dichiarato di credere nella prima parte.
Ero davvero curiosa di vedere come avrebbe liberato Bratsheva e David da quel ginepraio, ma non ero preparata alla faciloneria con cui risolve la situazione: in poche pagine tira fuori dal cilindro una soluzione degna del peggior romanzo rosa e un libro oggettivamente bello perde gran parte del suo fascino.
Peccato, perchè gli ultimi capitoli sono di nuovo belli e coinvolgenti, non fosse che servono ad attuare quella risoluzione che proprio non riesce a convincermi.

lunedì 11 febbraio 2013

La bastarda di Istanbul - Elif Shafak

Nonostante mi sia piaciuto moltissimo, mi risulta difficile recensire questo libro, che ho divorato in un pomeriggio invernale assolato ma gelido.
Una città che ho conosciuto e che ho imparato ad amare, Istanbul, piena di contraddizioni e di diversità da quartiere a quartiere; un mondo eclettico, quello che popola Istanbul e che in questo libro è racchiuso all'interno di un'unica famiglia; l'anima musulmana, l'anima cristiana, quella più occidentale, quella più legata alle tradizioni mediorientali: una donna per ciascun carattere.
Il genocidio degli armeni è l'asse portante del libro, ma in maniera estremamente naturale, senza voler per forza esprimere un giudizio, senza voler attribuire delle colpe o dare dei meriti. E' solo un ricordo, un ricordo prezioso sia per i turchi che per gli armeni.
Ma il tentativo di riscatto - l'unico possibile, perchè mostra radici comuni -  da un passato ingombrante viene tacitato dagli scrupoli di coscienza e dalla debolezza di chi - in un certo momento - avrebbe la possibilità di intervenire attivamente per modificare lo status quo.
Ma per modificare lo status quo storico serve una buona dose di coraggio ... e non sempre se ne ha a disposizione.

Il corpo umano - Paolo Giordano

Uno sguardo su un mondo - quello militare, di più, quello dei corpi impegnati nelle "missioni di pace" - così diverso dal mondo civile, così incomprensibile, così lontano.
Sembra quasi un'intrusione nella vita di questi ragazzi, nella loro piccola società, uno sguardo necessariamente distaccato, che a volte vorrebbe esprimere un giudizio, ma alla fine si trattiene, in uno spasmo di realismo.
Eppure sai per eseprienza che, in patria, questi ragazzi, questi giovani, questi uomini sono molto diversi, sono fidanzati, mariti, padri, figli; amano, ridono, giocano, parlano; ma quando sono "là" devono fare i conti soltanto con se stessi, con le loro sicurezze ed insicurezze; diventano "corpi umani" più che uomini. E per tutto il resto non c'è spazio.
Finchè non ritornano. Forse.
E quando ritornano, li guardi negli occhi e ci leggi mille storie, si odiano per averti fatta aspettare e soffrire in loro attesa, si odiano perchè comunque amano il loro lavoro, la loro vita forse più di quanto non amino te.
"Attraverso l’amore per l’Arma proverai amore per te stesso. Hai il dovere di preservare la tua vita, in ogni caso e a ogni costo, perché la tua vita non ti appartiene, è sua."
Ma questa è un'altra storia... molto più personale.

venerdì 8 febbraio 2013

La casa dei quattro venti - Elif Shafak

Un libro duro e allo stesso tempo dolcissimo, dal ritmo sincopato, inizialmente difficile da seguire, devi far mente locale sulle date e sui nomi per sapere in quale punto della storia sei.
Poi però capisci che questa storia può essere narrata - e compresa - solo in questo modo.
Una storia che unisce la città che più amo al mondo, Londra, e una cultura che sto imparando a conoscere e ad amare, quella araba. Una storia che coinvolge, ma mai completamente: ti lascia sempre un po' ai margini, permettendoti di capire che c'è qualcosa di strano, di non detto, di lampante ma non esplicito. Qualcosa che intuisci ... e che finalmente afferri ... un istante prima che ti venga rivelato. Perchè sì, è semplice, l'hai avuto davanti agli occhi per tutto il tempo, dovevi solo trovare l'angolazione giusta da cui guardare.
E non si tratta solo del colpo di scena, ma di tutta un'atmosfera ... che cela e scopre, come il velo di Pembe e Jamila, che a volte si muove e scopre i loro lunghi capelli lucenti ... assolutamente uguali.

martedì 5 febbraio 2013

A febbraio ...

Il peso della grazia - Christian Raimo
Il tempo tagliato - Silvia Longo
Shah-in-Shah - Ryszard Kapuscinski
La casa dei quattro venti - Elif Shafak 
La bastarda di Istanbul - Elif Shafak
Il corpo umano - Paolo Giordano
Una moglie a Gerulasemme - Naomi Ragen
Il tuttomio - Andrea Camilleri
Buona fortuna - Barbara Fiorio
Il conto delle minne - Giuseppina Torregrossa
Chocolat - Joanne Harris
Le scarpe rosse - Joanne Harris
Il giardino delle pesche e delle rose  - Joanne Harris
Come inciampare sul principe azzurro - Anna Premoli

Il tempo tagliato - Silvia Longo

Scoperto per caso chattando con un'amica, letto d'impulso tutto d'un fiato, senza riuscire a posarlo. 
E' una storia d'amore, a suo modo ... la storia di un amore ritrovato: quello verso se stessa, la riscoperta - finalmente - di una sincerità totale, per troppo tempo nascosta sotto una patina di "convenienza".
E' inevitabile, in una o in un'altra frase - in questa o quella situazione - identificarti con Viola, sentire che non siete poi così diverse ... il sentirti sempre un passo indietro, il sentirti in colpa per qualsiasi cosa, le crisi isteriche sotto la pioggia quando - per una volta - segui l'impulso di lasciar andare il tuo autocontrollo ("E' l'autocontrollo la disciplina in cui eccello") e paghi le conseguenze di una spontaneità cui non sei abituata, nemmeno (o forse soprattutto) con te stessa. 
Non sappiamo se Mauro - domani, dopodomani, fra un mese o un anno - sarà ancora nella vita di Viola ... e non è importante: sarà certamente nel suo cuore, del quale le ha ridonato la chiave.

Il peso della grazia - Christian Raimo

... un macigno ed una piuma ...

Comprato per curiosità, iniziato con ansia, finito per testardaggine. 
Forse troppo lontano, o forse troppo vicino; irritante fino alla sfinimento; una storia così diversa eppure così simile. 
E alla fine, resta il fatto che "le persone sono creature complesse. O le ami per quello che sono oppure sei fregato. Ma da subito".

A gennaio ...

Il seggio vacante - J.K. Rowling
Il caffè delle donne - Widad Tamimi
Il cassetto dei ricordi segreti - Lynda Rutledge
Una sorpresa sulla Fifth Avenue - Allison Winn Scotch
Una voce di notte - Andrea Camilleri
Zie, prozie e ziette - Laura Bellotti

Il caffè delle donne - Widad Tamimi


Forse era il libro giusto al momento giusto.
Non lo so, ma mi ha catturata completamente e ora che l'ho finito è un po' come se avessi perso un amico. Vorrei avere ancora delle pagine da scoprire, vedere come vivranno Qamar e Giacomo, guardare ancora una volta negli occhi teta, avere ancora la possibilità di scoprire quale sia il caffè che fa per me: quello nero e amaro che prendo ogni mattina? quello macchiato che prendo quando voglio che duri di più la pausa che il caffè sempre rappresenta? o forse quello arabo che ho bevuto una sola volta, quasi per scherzo?
Un filo sottile di orgoglio nel riconoscere i significati di alcune parole arabe che sto faticosamente cercando di imparare; la duplicità con cui due mondi lontani si avvicinano: un'estrema naturalezza e - nello stesso tempo - uno stridio fastidiosissimo; il calore e l'abbraccio della Grande Casa ... ma anche della casa di Qamar e Giacomo e, in definitiva, anche di quella di mamma e baba ...
Tante sensazioni, tanti pensieri ... e - su tutto - il profumo del caffè ...